Ritratto di Signora di Klimt
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Ritratto di Signora di Klimt ispira il libro di Gabriele Dadati

Intro: Ritratto di Signora di Klimt è un dipinto che ha una storia a dir poco rocambolesca, romanzata nell’ultimo libro di Gabriele Dadati.

Quando ieri sera ho finito di leggere “La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro ritrovato” di Gabriele Dadati non sapevo bene che sensazioni stavo provando.

Il pittore mi ha sempre affascinato, tanto che quando a Caserta è stata allestita la Klimt Experience, capace di farmi viaggiare nei suoi quadri digitalmente, non ci ho pensato due volte ad andarci.

Tra le opere, oltre al famosissimo “Il Bacio”, la mia attenzione è stata sempre attirata dall’Albero della Vita e dai suoi ritratti femminili.

Così quando ho saputo di questo libro, ho voluto leggerlo per vedere come fosse stata raccontata la rocambolesca vicenda del dipinto di Klimt, “Ritratto di Signora”.

Perché definisco rocambolesca la storia di questo dipinto è presto detto.

Ritratto di Signora di Klimt: storia

Riassumerò le vicissitudini di questo capolavoro per chi non le conoscesse, poiché credo siano importanti per capire meglio il romanzo di Gabriele Dadati.

Nel 1910 circa, Gustav Klimt dipinge un Ritratto di Ragazza con cappello, che viene esposto due anni dopo alla Grosse Kunstausstellung di Dresda.

Nel 1917 le tracce del dipinto Ritratto di Ragazza vengono perse.

Ritratto di Ragazza

L’immagine del dipinto viene pubblicata dalla rivista “Velhagen und Klasings Monatshefte”, indicando l’ubicazione come sconosciuta: siamo nel 1918, anno della morte dell’artista.

Quell’anno, il gallerista Gustav Nebehay espone delle opere di Klimt a Vienna, all’Hotel Bristol: a lui appartiene Ritratto di Signora, datato 1916-17.

Passano alcuni anni e nel 1925, l’architetto Giulio Ulisse Arata contatta il gallerista milanese Luigi Scopinich per acquistare il Ritratto di signora di Klimt, per conto di Giuseppe Ricci Oddi.

Le trattative vanno a buon fine, ma ecco la prima domanda: come aveva fatto il dipinto a passare dal gallerista viennese Nebehay al milanese Scopinich? Quest’ultimo l’avrà acquistato, ma quando?

Andiamo avanti. Nel 1931 viene inaugurata la Galleria Ricci Oddi di Piacenza e il dipinto, Ritratto di Signora, è tra quelli esposti con estremo orgoglio.

Dopo 65 anni, nel 1996, una studentessa di nome Claudia Maga, durante una ricerca scolastica su una decina di ritratti femminili presenti nella Galleria Ricci Oddi, ebbe un’intuizione.

La studentessa confronta “Ritratto di signora”, datato 1916-17, con l’altro dipinto di Klimt, Ritratto di Ragazza, ritenuto perso e riprodotto in un volume dei Classici dell’Arte Rizzoli.

Dopo una serie di analisi, viene scoperto che il Ritratto di Ragazza non era andato perso, bensì era stato coperto da Klimt ed era diventato Ritratto di Signora.

Nel 1997, il dipinto viene rubato dalla Galleria Ricci Oddi per poi ricomparire 20 anni dopo, ritrovato in un sacco della spazzatura, durante la pulitura di una pianta di edera sulla parete esterna della galleria.

La modella di Klimt di Gabriele Dadati

Proprio dal ritrovamento del quadro, parte la storia raccontata da Gabriele Dadati in questo libro.

Nel dicembre del 2019, si stava occupando dei preparativi di una mostra alla Galleria Ricci Oddi, per celebrare i dieci anni dalla morte dell’indimenticabile direttore Stefano Fugazza, del quale era collaboratore.

Il furto avvenuto in modo misterioso e mai chiarito, aveva gettato ombra sul direttore e il ritrovamento del dipinto si mostrò un’occasione perfetta per celebrarne la memoria.

La tela era in buone condizioni, quindi non era possibile che fosse rimasta nei pressi della Galleria per tutti questi anni, ma era più probabile che qualcuno ce l’avesse messa di proposito da poco tempo.

Chi avrebbe potuto rubare un dipinto tanto famoso senza farlo ritrovare per tanti anni e poi, riportarlo?

Partendo da qui, Gabriele Dadati scrive La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro ritrovato (Baldini+Castoldi, 2020), mescolando sapientemente realtà e finzione, dati storici e fantasia.

Il risultato è un romanzo che riesce a far credere che le cose siano andate davvero così come le si sta leggendo.

Il racconto inizia con Emilie Flöge, imprenditrice, amica di Gustav Klimt, che gli commissiona un ritratto per una cartolina pubblicitaria del suo atelier di moda.

Da quel momento, la storia del quadro, del pittore, della modella rappresentata, dei loro eredi, della città di Vienna attraversata da un conflitto mondiale si snoda attraverso un percorso guidato dalla scrittura di Gabriele Dadati.

Non mancano descrizioni talmente dettagliate dei fatti da sembrare non inventate, bensì documentate.

Ritratto di Signora di Klimt: il libro

Questo romanzo è stato scritto da Gabriele Dadati durante il periodo di lockdown del 2020, un momento difficile per tutti.

Mi piace pensare, però, che nonostante l’atmosfera non proprio rilassata, l’autore abbia avuto modo di studiare e focalizzarsi meglio, senza distrazioni, sulla figura di Gustav Klimt.

Lo dico perché l’artista è descritto in modo impeccabile, sia fisicamente che caratterialmente, senza tralasciare neanche il suo lato emotivo.

Dopo aver letto il libro vi sarà difficile dimenticare Ritratto di Signora di Gustav Klimt.

Sara Daniele, SEOcopywriter e travelblogger. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l'odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging, perché unisce le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.

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