Alice nel Paese delle Meraviglie
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Alice nel paese delle meraviglie: cosa può insegnare

Intro: Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll è un libro che ha fatto compagnia a tante generazioni. Vediamo cosa può insegnare a grandi e piccini.

Alice nel Paese delle Meraviglie, titolo abbreviato di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, è un romanzo scritto nel 1865 da Charles Lutwidge Dodgson, con lo pseudonimo di Lewis Carroll.

Ebbene sì, ha oltrepassato i 150 anni e se li porta benissimo, visto che è ancora un libro letto, riletto e anche rappresentato come film in varie trasposizioni cinematografiche.

Quello che mi preme sottolineare in questo articolo, non è tanto la bravura di Lewis Carroll nello scrivere un libro diventato celebre, quanto quello che il romanzo può insegnare.

Non è solo una fiaba per bambini e neanche un semplice antenato del genere fantasy, Alice nel Paese delle Meraviglie è qualcosa da cui trarre qualche piccola lezione.

L’idea di questo articolo mi è venuta dopo che, sia mio marito che Ilenia Zodiaco di Con Amore e Squallore (Youtuber Bookblogger che seguo da anni), hanno detto di non capire il perché venga preso tanto in considerazione.

Ecco le mie motivazioni e gli insegnamenti che ho tratto da Alice nel Paese delle Meraviglie e dai suoi personaggi.

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Alice nel Paese delle Meraviglie: trama e personaggi

Alice nel Paese delle Meraviglie

Credo che anche chi non abbia mai letto il libro conosca per sommi capi la storia di Alice (Alice in Wonderland), che si addormenta sognando un Bianconiglio.

Seguendolo, inizia il suo viaggio in un mondo fatto di assurdità e nonsense:

  • porticine minuscole difficili da attraversare;
  • bottigliette e pasticcini con scritto “bevimi” e “mangiami”, a seconda del caso in cui debba rimpicciolirsi o crescere nuovamente;
  • topi, parrocchetti e aquilotti che scattano in “corse confuse”;
  • il Bruco (Brucaliffo), appollaiato sul cappello di un fungo, che fuma il narghilè;
  • La Regina di Cuori, lo Stregatto (Gatto del Cheshire) e il tè con il Cappellaio Matto.

Queste sono solo alcune delle avventure che dovrà affrontare in un mondo surreale con personaggi verosimili. I principali sono:

  • Alice:
  • Il Coniglio Bianco (Bianconiglio);
  • Il Dodo;
  • Bill, la lucertola;
  • Il bruco (Brucaliffo);
  • La Duchessa;
  • Il Gatto del Cheshire (Stregatto);
  • Il Cappellaio Matto;
  • La Lepre Marzolina;
  • Il Ghiro;
  • La Regina di Cuori;
  • La Falsa Tartaruga;
  • Il Tricheco e il Carpentiere;
  • Pincopanco e Pancopinco.

La storia ha sempre creato grande curiosità, proprio per questo suo mondo fatto di fatto di paradossi, assurdità e nonsense.

Ma come nacque?

Sembra che Lewis Carroll fosse amico di famiglia del rettore della Christ Church, Henry Liddell, che aveva tre figlie Ina, Alice e Edith.

Era solito fare giri in barca e organizzare pic-nic con la famiglia e durante una di queste gite, nel 1862, inventò le linee generali di una storia fantastica per divertire le tre bambine.

Alice Liddell lo pregò di scriverla e così nacque un manoscritto intitolato Alice’s Adventures Under Ground (Le avventure di Alice sotto la terra), che si trova oggi nella British Library di Londra.

Alice nel Paese delle Meraviglie
Alice Liddell ritratta da Lewis Carroll – 1858

Alice e i suoi insegnamenti

Ecco cosa ho imparato io dalla lettura di questo classico e, secondo me, quale possa essere il significato di Alice nel Paese delle Meraviglie:

  1. Crescere: la crescita e la fase di passaggio dall’infanzia all’adolescenza sono presenti in tutti i momenti di rimpicciolimento e ingrandimento di Alice. Così come gli alti e bassi che da questo passaggio derivano;
  2. Forza di volontà: imparare a capire cosa si vuole nella vita, coltivare i propri sogni con coraggio e forza di volontà, anche se a volte sembra che ci si sia persi, non è detto che sia così;
  3. Parlare con chiarezza: spesso i personaggi chiedono ad Alice di dire esattamente ciò che intende. Parlare chiaro può aiutare ad avere conversazioni costruttive;
  4. Identità e ruolo nel mondo: chi ha letto Alice sa quante volte nel libro le venga chiesto “Chi sei tu?”, proprio per spronarla a conoscere se stessa e il suo ruolo nel mondo. Identità, personalità e ruolo sociale possono aiutare a sviluppare abilità e carattere;
  5. Nessuno è normale: cos’è poi questa normalità tanto decantata? Ognuno di noi ha dei tratti distintivi e imparare a conoscere e accettare sia i nostri che quelli degli altri possono supportarci nella creazione di relazioni uniche. Tutto sommato siamo tutti matti;
  6. Sogni impossibili: Alice sogna molte cose irrealizzabili nella realtà, che male c’è? Nessuno può dirci che abbiamo sogni impossibili da realizzare, puntare in alto non è negativo, basta farlo con consapevolezza;
  7. Curiosità: essere curiosi nella vita è molto importante, perché aiuta a sviluppare conoscenze e senso critico. È proprio la curiosità che spinge Alice a seguire il Bianconiglio e a scoprire un mondo magico;
  8. Cambiamento personale: proprio come Alice comprende che oggi non sarà mai la stessa persona di ieri, così noi dobbiamo accettare il cambiamento. Chi siamo oggi potrebbe mutare da un momento all’altro, in base alle esperienze di vita vissute.
Alice Leis Carroll

Queste sono 8 delle lezioni principali che ho imparato leggendo Alice, tuttavia non sono le uniche, poiché analizzando il testo se ne possono trovare anche altre.

Riuscire a non mollare mai davanti ai vari imprevisti della vita, essere positivi nonostante tutto e tentare di riprendersi anche dai periodi più assurdi sono altri insegnamenti da valutare.

Avete mai letto Alice nel Paese delle Meraviglie? Lo avevate mai visto come spunto di riflessione, invece che come una semplice favoletta, trasformata in cartone animato dalla Disney?

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Sara Daniele, SEOcopywriter e travelblogger. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l'odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging, perché unisce le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.

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