Giulia Caminito
Libri

L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Intro: L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito è un libro intenso, che scava a fondo e non ti abbandona neanche quando l’hai terminato.

Giulia Caminito era una scrittrice a me sconosciuta, tuttavia la copertina del suo ultimo libro ha attirato la mia attenzione e, in seguito, anche tutte le recensioni positive sulla sua scrittura.

Così, ho deciso di leggere “L’acqua del lago non è mai dolce” per cercare di capirne di più, perché ammetto che la trama non mi aveva entusiasmato granché per com’era proposta.

Quindi posso affermare che nel mio caso è stato il passaparola di chi l’aveva letto a convincermi a dargli una possibilità.

Chi mi segue, sa che sono sempre alla ricerca di titoli interessanti, non banali o scontati, qualcosa che a metà lettura non mi faccia sbadigliare, ma mi coinvolga tanto da non voler abbandonare il libro prima di finirlo.

Essendo una lettrice forte, leggo tantissimo e sono arrivata a un punto in cui ho bisogno di qualcosa che non abbia già letto, di storie nuove, originali o almeno scritte con uno stile coinvolgente.

Quando ho iniziato L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, mi sono bastate poche righe per capire che mi trovavo di fronte a qualcosa di schietto, duro e intenso.

Trama (a modo mio)

Questa volta non vi trascriverò la trama che c’è sul libro, perché, come detto, non la trovo accattivante, neanche vicina alla bellezza del libro e, inoltre, c’è una pecca, secondo me.

Il nome della protagonista, anche voce narrante, viene dichiarato nella sinossi, mentre nel libro è svelato solo in un momento preciso, importante, significativo. Mi sarebbe piaciuto non saperlo prima!

Detto questo, la storia è quella di una famiglia poverissima:

  • una madre, Antonia, che fa di tutto per sopravvivere alla miseria;
  • un padre muratore, Massimo, che cade da un’impalcatura, resta paralizzato ma, lavorando a nero non può pretendere nulla;
  • Mariano, primo figlio di Antonia, che Massimo ha adottato. Un ragazzo difficile, pieno di rabbia e coinvolto in lotte politiche;
  • la protagonista, la voce narrante. No, io il nome non ve lo dirò, dovrete scoprirlo. Lei una ragazza con un fame di vita e rivalsa che le parte dalle viscere;
  • Due gemelli, i più piccoli della famiglia, quelli dai quali non ti aspetti nulla, perché stanno sempre dietro al sipario, ma ci provano a trovare un posto anche loro.

Questa famiglia vive di stenti, di case che occupano e non sono mai loro, di luoghi da tenere puliti e di cui prendersi cura, perché appartengono a tutti.

Antonia, la figura della madre

Antonia è una tigre che lotta con tutte le sue forze, ingaggiando anche battaglie più grandi di lei, che anche se non potrà vincere, vuole comunque combattere.

Non ci sta a stare in silenzio e quando le si rivela l’opportunità di spostarsi da Roma ad Anguillara Sabazia, vicino al lago di Bracciano, un luogo tranquillo, non se la fa scappare.

Da questo trasferimento inizia tutta una serie di eventi e vicissitudini che contribuiranno alla formazione della nostra protagonista: da bambina ad adolescente fino alle soglie dell’età adulta.

La seguiremo in un percorso di crescita che conterrà studi, amicizie, amori e scoperte, ma senza edulcorare nulla, senza alleggerire niente di quella che è la vita di un millenial che vive in un paese.

Recensione

Giulia Caminito

La mia recensione si focalizzerà su alcuni punti per me essenziali di questo libro.

Il primo è indubbiamente la scrittura di Giulia Caminito, giovanissima, classe 1988 (ci tengo a sottolinearlo), poiché il suo stile e la sua penna non hanno nulla di scontato.

Leggendo, non ci troviamo di fronte a qualcosa di “studiato” per arrivare a conquistare il lettore. Lei lo conquista e basta, con una specie di flusso ininterrotto di attimi, sentimenti, emozioni, che riesce a far provare davvero a chi legge.

C’è un momento in cui la rabbia della protagonista esplode in modo pericoloso e io l’ho sentita la stretta allo stomaco che provava, ho sentito il senso di impotenza e ho stretto i pugni, perché sapevo che quel gesto era sbagliato, ma lo comprendevo a pieno.

Descrizione della vita di paese

Il secondo punto per me importante è la descrizione dettagliata e accurata della vita di paese, dove non sei nessuno, se i suoi abitanti non hanno capito esattamente “a chi sei figlio“.

Sono cresciuta in un paese della provincia napoletana e conosco bene le dinamiche. Io sono stata una straniera finché non hanno potuto identificarmi come “la figlia della maestra Adriana“, mia madre, quando divenne maestra elementare in paese.

Il senso di disagio, di sentirsi sempre fuori posto, di non riuscire durante l’adolescenza a identificarsi pienamente in nessun gruppo già formato, ha formato il carattere della protagonista, così come il mio.

Legame tra formazione e lavoro per Giulia Caminito

Terzo e ultimo punto: lo studio, i libri, la lettura. Per molti anni, sono stati sinonimo di salvezza dalle brutture della vita e, in alcuni casi, senso di riscatto sociale.

Se appartenevi a una famiglia povera, che riusciva a farti studiare e leggere, allora i diplomi e le lauree che guadagnavi, ti portavano a un lavoro onesto ed erano motivo di orgoglio per tutti i parenti.

Oggi, per i millenial, non è più così. La nostra protagonista viene spronata dalla madre a studiare, a leggere, a essere migliore di lei, tuttavia dopo anni di sudore sui libri, non c’è nessun premio da parte della società.

Vieni lasciata nel mondo a cavartela da sola con il tuo pezzo di carta – diploma o laurea che sia – a costruirti il tuo avvenire da zero.

Se un tempo i giovani, soprattutto le donne, riuscivano a compiere un processo di emancipazione sociale e professionale attraverso lo studio, oggi quel legame tra formazione e lavoro non esiste quasi più.

La scrittura graffiante di Giulia Caminito arriva in un punto che fa male, prendendo di faccia una realtà amara, quella di una ragazza costretta a fare i conti con una realtà di precariato e disoccupazione.

Questi sono gli elementi che mi hanno colpita di più, ma nel libro ci sono così tanti spunti di riflessione, come la morte improvvisa di un’amica oppure il bullismo, i tradimenti subiti da amici e amori, le difficoltà dei legami familiari, che potrei parlarne all’infinito.

Avrete capito che è un libro che mi ha colpito molto, che vi consiglio di leggere e del quale sto parlando a chiunque.

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Sara Daniele, SEOcopywriter e travelblogger. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l'odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging, perché unisce le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.

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