
Un Albero cresce a Brooklyn di Betty Smith
Intro: Un Albero cresce a Brooklyn è un romanzo autobiografico della scrittrice americana Betty Smith, scritto circa 70 anni. Scopriamolo insieme!
Un Albero cresce a Brooklyn di Betty Smith è nella mia libreria da tanto tempo, sia nell’edizione Neri Pozza che in quella Oscar Mondadori, e ogni volta che le vedevo mi ricordavo di volerlo leggere.
Nominato dalla New York Public Library come uno dei grandi libri del secolo appena trascorso, è una magnifica storia di miseria e riscatto, di sofferenza ed emancipazione e di bruciante attualità.
Forse ricordate che avevo organizzato un Gruppo di Lettura per questo romanzo, tuttavia per varie motivazioni non sono riuscita a seguire le tappe.
Questo mi ha fatto capire, però, che non volevo abbandonare questo libro, fino a ieri, quando mi sono convinta che era giunto il momento di salutare Francie, non senza dispiacere.
Andiamo con ordine.
Ecco di cosa parlo nel post
Un Albero cresce a Brooklyn: trama
È l’estate del 1912 a Brooklyn. I raggi obliqui del sole illuminano il cortile della casa dove abita Francie Nolan, riscaldando le chiome dell’albero che, come grandi ombrelli verdi, riparano la sua casa.
Alcuni a Brooklyn lo chiamano l’Albero del Paradiso perché è l’unica pianta che germogli sul cemento e cresca rigoglioso nei quartieri popolari.
Francie, seduta sulla scala antincendio, lo guarda contenta, poiché oggi è sabato, ed è un bel giorno a Brooklyn.
Il sabato lei, bambina irlandese di undici anni, come tutti i bambini del suo quartiere, fa un salto dallo straccivendolo, insieme a suo fratello Neeley: raccolgono pezzi di stagnola che trovano nei pacchetti di sigarette e nelle gomme da masticare, stracci, carta, pezzi di metallo e li vendono in cambio di qualche cent.
Francie se ne andrà tra un po’ a zonzo per Brooklyn, attraversando prima Manhattan Avenue, e poi Johnson Avenue e infine il quartiere ebraico fino a Broadway.
Poi tornerà a casa, dove forse troverà sua madre, rientrata dal lavoro e lungo il tragitto qualcuno le ricorderà che è un peccato che una donna così graziosa come sua madre, ventinove anni, capelli neri e occhi scuri, debba lavare i pavimenti per mantenere lei e gli altri piccoli Nolan.
Qualcun altro magari le parlerà di Johnny, suo padre, il ragazzo più bello e più attaccato alla bottiglia del vicinato; qualcuno le sussurrerà mezze parole sull’allegro comportamento di sua zia Sissy con gli uomini.
Francie ascolterà e ogni parola sarà per lei una pugnalata al cuore, ma troverà, come sempre, la forza per reagire, poiché lei è una bambina destinata a diventare una donna sensibile e vera, forte come l’albero che, stretto fra il cemento di Brooklyn, alza rami sempre più alti al cielo.
Un Albero cresce a Brooklyn: recensione
Un Albero cresce a Brooklyn è un romanzo autobiografico della scrittrice americana Betty Smith, scritto circa 70 anni fa e raccontato dal punto di vista di Francie, una bambina di 11 anni nata in una famiglia poverissima, ma dove la dignità e l’onestà sono ingredienti per una vita serena, anche se misera.
Francie e suo fratello Neeley, di un anno più piccolo, nonostante la loro giovanissima età conoscono già il freddo, la fame e l’umiliazione, tuttavia grazie a una madre tenace e coraggiosa, a un padre buono e a una famiglia unita, dimostrano coraggio e forza di volontà, tanto da riuscire a studiare per tentare di costruirsi un futuro migliore.
Francie è proprio come l’albero che cresce a Brooklyn, con radici forti piantate nell’asfalto e rami che si estendono verso il cielo, così come ha imparato dalla sua famiglia.
I Nolan, nonostante siano poveri, sopravvivono grazie all’amore reciproco e alla determinazione. Ma non solo, nonna Rommely, madre della mamma, e le zie Evy e Sissy sono altri esempi di coraggio e tenacia.
Le donne di questa famiglia sono un mix perfetto tra lupi e fenici, protettrici di ciò che amano e capaci di risorgere dalle ceneri. Le figure maschili, tra le quali il padre, sono tutti molto buone e generose, forse poco responsabili e sempre infantili, ma creano un equilibrio perfetto.
Ho amato questo libro, per la capacità di descrivere una Brooklyn di inizio Novecento con una scrittura in grado di commuovere, emozionare e, a volte, far sorridere.
Questo romanzo è poco conosciuto in Italia e io, invece, credo andrebbe letto alle scuole superiori.
Voi l’avete mai letto? Cosa ne pensate? Se voleste acquistarlo cliccate l’immagine sotto

