
Effetti Coronavirus: come cambierà il modo di viaggiare
Intro: Quali saranno gli effetti del coronavirus sul turismo in Italia? Parliamo del futuro dei viaggi dopo il Covid-19!
Ricordo come fosse ieri, la mattina dell’11 settembre 2001, quando stavo tornando a casa dall’Università dopo aver sostenuto il mio esame in Storia delle Religioni.
Sulla strada del ritorno, incontrai una mia amica che mi raccontò di aver sentito di un aereo schiantatosi contro il World Trade Center.
Lì per lì, non riuscì a capire subito la gravità della tragedia avvenuta.
Tornata a casa, c’erano i miei genitori che guardavano attoniti in TV entrambe le torri gemelle in fiamme.
Era chiaro fosse qualcosa di molto più inquietante di un piccolo aereo fuori rotta.
Da quel giorno, il mondo è cambiato!
Nonostante avessi solo 19 anni, sapevo che dal quel momento nulla sarebbe stato più lo stesso.
Avevamo vissuto un mondo precedente all’11 settembre e ora eravamo entrati in un mondo successivo all’11 settembre.
Quella data avrebbe cambiato per sempre chi eravamo come persone e la nostra percezione della realtà.
Tutto ciò che era accaduto sembrava surreale, un film di fantascienza.
Oggi, la scena si ripete e mentre il Coronavirus, rapidamente, negli ultimi mesi si sta propagando, io sento di vivere di nuovo una situazione surreale su scala globale.
C’era un mondo pre-Coronavirus e ora vivremo per sempre in un mondo post-Coronavirus.
Ecco di cosa parlo nel post
Tutto sarà diverso, da come lavoriamo, viaggiamo, vediamo il governo, i soldi e conduciamo le nostre vite quotidiane.
Ma parliamo del cambiamento in qualcosa che conosco un po’: il settore dei viaggi.
Come cambierà il modo di viaggiare dopo il Covid-19?
Come ovvio che sia, il settore dei viaggi si affida al movimento umano per funzionare.
Con i blocchi a livello nazionale e internazionale, la maggior parte delle principali compagnie aeree hanno cessato gli spostamenti.
Durante una sola notte, l‘industria dei viaggi, che supporta il 10% dei lavoratori del mondo, si è fermata quasi completamente.
Una conseguenza peggiore degli effetti di una recessione, poiché anche durante una recessione, qualcuno viaggia ancora.
Ora nessuno si sta muovendo. Il settore dei viaggi è immobilizzato.
E nessuno sa quanto durerà.
Basti pensare che Hong Kong, dopo una parziale riapertura, in preda a un recente picco di infezioni, ha richiuso la città.
È accaduto quello che molti scienziati ritengono sia lo scenario più probabile per i prossimi mesi anche in Europa e in America: sono stati registrati nuovi contagi ad un livello tale da richiedere nuove misure restrittive.
Penso che una ripresa talmente lenta significhi che la maggior parte del mondo sarà bloccata ancora per un bel po’ di tempo.
Al momento, ogni ipotesi sarebbe azzardata!
Secondo una ricerca del World Travel & Tourism Council (WTTC), la cifra allarmante mostra una perdita fino a 50 milioni di posti di lavoro.
E, di certo, ci vorranno anni prima che il settore viaggi – e i posti di lavoro – tornino ai livelli pre-Coronavirus.
Le persone ricominceranno a prenotare i viaggi molto lentamente ma, gli effetti del Coronavirus, lasceranno molti disoccupati.
Quando non hai un lavoro, viaggiare non è una priorità e diventa un lusso da poter rimandare.
Le conseguenze sul turismo in Italia
In un articolo di Touringclub, si legge che il turismo in Italia dipende in gran parte dall’Europa, da cui proviene il 79% di tutte le presenze straniere, calcolate in notti.
Di sicuro, in base al flusso turistico, i periodi più “caldi” del turismo domestico sono quelli del trimestre estivo (giugno-agosto), mentre i flussi tra gennaio e aprile apportano una quota media mensile del 5% al totale annuo.
Per quanto riguarda il turismo straniero la curva della stagionalità è un po’ più piatta in estate con un picco a luglio, invece che ad agosto.
Riassumendo, per il mercato italiano, la stagione turistica inizia di fatto con la chiusura delle scuole, ma per il mercato estero, maggio è già decisivo.
Questo è un aspetto molto critico, vista la situazione di emergenza, poiché è impensabile un ritorno alla normalità in tempi così brevi.
Inoltre, c’è da aggiungere che per quanto riguarda il trasporto aereo, visti i divieti di volo adottati dai Paesi europei, allineandosi alle misure già intraprese dall’Italia, il calo dei passeggeri internazionali avrà conseguenze dirette sulla spesa turistica straniera.
La batosta arriverà in particolare da quelle nazioni che non possono giungere in Italia se non con l’aereo.
Anche il settore delle crociere subirà una crisi, in conseguenza alle notizie delle navi rifiutate nei porti o con a bordo casi di contagio.
Per l’Italia, questo ha un’importanza rilevante, visto che nell’area Mediterranea abbiamo ben otto porti per i passeggeri movimentati: Civitavecchia, Venezia, Napoli, Genova, Savona, Livorno, Palermo e Bari.
Va ricordato, inoltre, che il turismo alimenta anche altri settori italiani, come l’ospitalità, la cultura e la ristorazione, che inevitabilmente risentiranno della crisi dei viaggi.
Il blocco della domanda rischia di essere fatale per molte di queste attività.
Come dicevo prima, ogni ipotesi su quando il mondo inizierà a sbloccarsi dall’isolamento è azzardata, scongiurando un secondo picco di infezioni.
I viaggi d’affari riprenderanno prima di quelli di piacere, ma probabilmente saranno meno ricorrenti.
Il Premier Conte ieri ha detto:
“In questo momento non posso dire quando il lockdown avrà fine. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico, ma l’Italia è stata la prima nazione ad affrontare l’emergenza. La nostra risposta forse non è stata perfetta, ma abbiamo agito al meglio sulla base della nostra conoscenza. La validità delle nostre misure è stata riconosciuta dall’OMS e i risultati indicano che siamo sulla strada giusta.”
Quando l’Italia inizierà a sbloccarsi e a riprendere a viaggiare, suppongo che la maggior parte del turismo sarà locale.
Immagino che le persone tenderanno a viaggiare nella propria nazione prima di ricominciare a fare grandi viaggi internazionali.
Innanzitutto, è più economico e, siccome, questa pandemia causerà un’enorme recessione e enormi perdite di posti di lavoro, sarà la soluzione più vantaggiosa.
In secondo luogo, le persone saranno diffidenti per paura di un’altra potenziale epidemia, preoccupati di contagiarsi o di essere bloccati fuori dal proprio paese, se dovesse accadere qualcosa.
Inoltre, è ovvio che inizialmente le varie nazioni saranno prudenti rispetto ad un’apertura completa dei propri confini, almeno fino a quando non saranno certe di non importare il virus o di avere qualche vaccino.
Nessuno vuole avere una seconda ondata di infezioni a sovraccaricare il sistema sanitario.
Quando le paure saranno passate e si potrà tornare ad una sorta di normalità (perché nulla sarà più come prima), toccherà a noi basarci su un nuovo turismo, magari più etico.
Al momento, il nuovo turismo deve essere necessariamente virtuale e grazie alla mobilitazione del mondo della cultura, alcuni comuni italiani hanno reso disponibili una quantità di tour virtuali di musei, città e luoghi d’arte.
Altro modo, è quello di viaggiare attraverso la lettura, grazie a libri come “Le Viaggiatrici del Grand Tour” di Attilio Brilli – acquistalo qui – dove è raccontata un’Italia visitata in carrozza ai tempi del Gran Tour, fatta di viaggi capaci di cambiare il modo di vedere e di accogliere le diversità.
Volendo trovare un lato positivo a questa tragedia, è auspicabile che tutto questo porti a un turismo più sostenibile e meno eccessivo.
Qualunque cosa accada, il settore dei viaggi sarà di sicuro molto diverso nel mondo post-Coronavirus.

