
Mostra di Escher a Trieste tra arte e interattività
Intro: Per chi ama l’arte contemporanea e le sperimentazioni attraverso forme e illusioni ottiche, la mostra di Escher a Trieste è imperdibile!
Con piacere vesto nuovamente i panni d’inviata in Friuli Venezia Giulia per Sara e il suo blog Emotionally.
Dopo la visita alla mostra fotografica dedicata a Vivian Maier al Magazzino delle Idee, nel periodo estivo, questa volta ti porto in un viaggio artistico dove l’arte prende la forma delle litografie, delle incisioni e delle xilografie di Escher.
Nella mostra di Escher a Trieste ci si avvicina ad una forma d’arte fusa con diverse altre discipline come la geometria, la matematica e lo studio dello spazio.
Ecco di cosa parlo nel post
Mostra di Escher: il percorso espositivo

Il percorso è diviso in otto sezioni, a partire dalle opere giovanili, dove è evidente l‘influsso della corrente artistica del’Art Nouveau, fino ad arrivare alla parte finale chiamata “Eschermania” con le opere dell’artista riprese in altri settori.
Notiamo come il suo particolare influsso è stato ripreso nei cartoni animati, sulle copertine dei dischi dei maggiori esponenti musicali come i Pink Floyd, i Pearl Jam e anche in famosi film, come Inception.
La mostra di Escher è scandita anche da sue frasi celebri, che incarnano perfettamente il suo modo di intendere l’arte e il mondo.
“Lo stupore è il sale della vita”
Escher
Lungo il percorso espositivo è proprio questo che si prova: uno stupore e una sorpresa continua.
L’evoluzione del percorso artistico scandisce il ritmo della mostra di Escher.
Dalle opere giovanili all’arte della tassellatura

Partiamo dalle prime opere giovanili con alcune xilografie contenute in Emblemata, un libro illustrato da Escher e scritto dall’amico Hoogewerff.
Proseguiamo con un viaggio in Italia percorrendo i tanti luoghi impressi sulla carta dall’artista, e ci troviamo a Venezia, in Sicilia, nel Centro Italia, per poi soffermarci a Roma dove Escher visse.
Compiamo un altro passo artistico spostandoci in Spagna e ci troviamo a tu per tu con l’arte della tassellatura, un tratto distintivo dell’artista.
Escher abbandona i motivi geometrici per lasciare spazio alle opere di tassellatura con animali e figure umane.
Creò un mondo immaginario dove la tassellatura dà vita a vortici di trasformazioni, dove le forme astratte diventano forme concrete.
Gradualmente gli uccelli diventano pesci, una lucertola diventa un alveare oppure gioca con le antitesi nella stessa composizione.
Scopriamo nelle sue opere la contrapposizione del bene con il male e il giorno con la notte.
Le superfici riflettenti sono un ulteriore elemento che ispira le creazioni dell’artista.
Raffigurare i riflessi è un modo di “piegare” la realtà dandogli la possibilità di modificare la dimensionalità.
Una mostra interattiva
Durante la visita alla mostra di Escher, mi sono imbattuta in una serie di giochi ed esperienze che in modo semplice mi hanno aiutato a capire come l’artista abbia realizzato i suoi inganni visivi.
Pensandoci bene il disegno è bidimensionale eppure attraverso le opere riusciamo a percepire una terza dimensione, che effettivamente sulla carta non esiste.
Per Escher il disegno è un’illusione ed è qui che entra in gioco la percezione.
Costruisce le sue opere attraverso uno studio attento di illusioni ottiche ottenute attraverso degli effetti percettivi, come la legge della buona forma, la legge del pieno e del vuoto (un esempio è il vaso di Rubin), la legge della continuità e la legge del concavo e del convesso.
Ancora una volta, il museo perde la conformazione classica a favore di un’esperienza interattiva, per non essere un puro contenitore di opere.
La mostra di Escher si evolve dando spazio all’interazione dello spettatore con le opere dell’artista.
Lungo il percorso espositivo, il visitatore entra nell’opera e la guarda con lo stesso punto di vista dell’autore.
Così mi sono trovata a giocare con il mio riflesso sulle sfere riflettenti, diventando protagonista di una delle famose opere in mostra, oppure parte attiva di un vortice optical costruito attraverso forme geometriche bianche e nere.
Ho sperimentato una stanza completamente costruita con degli specchi, che duplicavano la mia figura all’infinito e dentro un’altra bianca con il pavimento in salita e scacchi bianchi e neri, nel momento in cui mi spostavo da un angolo all’altro sono diventata tutto ad un tratto molto più alta e molto più piccola.
Magia? No, pure illusioni ottiche capaci di farmi sentire dentro l’esperienza apprezzando la genialità di Escher.
La mostra di Escher è visitabile fino al 7 giugno 2020 a Trieste presso il Salone degli Incanti, a pochi passi da Piazza Unità.
Il biglietto d’ingresso costa € 14,00 e comprende anche l’audioguida che ti permette di conoscere a fondo la figura dell’artista e capire le opere presenti in esposizione.
Le informazioni utili e i contatti sono disponibili sul sito ufficiale.

