
Dall’universo all’anima di Marcello Di Muzio
Di recente la mia attenzione è stata richiamata da un libro, “Dall’universo all’anima. L’io del riverbero della coscienza“, scritto da Marcello Di Muzio, edito da I Libri del Casato.
A incuriosirmi non è stato né il titolo né l’autore, che non conoscevo, ma un passaggio contenuto nella quarta di copertina, questo:
“Per mano egli ci accompagna in un viaggio interiore che svela come nasce la coscienza, quali dinamiche muove l’io, come si espande il rapporto tra il nostro ego e la coscienza, come vagliare il “conosci te stesso”, la felicità, le vite precedenti […]”
Quelle che sembrano solo parole vaghe, mi hanno fatto pensare al viaggio interiore (e non solo) che ho intrapreso 3 anni fa e che, con fatica, mi hanno condotta dove sono ora, con una figlia, un nuovo compagno, una nuova vita.
Ho imparato, lentamente, a conoscere me stessa.
Così, senza grosse pretese, ho iniziato a leggere il libro, e mi ha piacevolmente sorpresa.
Ecco di cosa parlo nel post
Un libro da leggere a mente aperta
Qualche anno fa, come capita a molti, ho iniziato ad interessarmi di misticismo, buddismo, praticando yoga e meditazione, ma per approcciarsi in modo corretto a questo mondo è necessario armarsi di curiosità e mentalità aperta.
Sì, perché il nostro approccio occidentale, molto legato al materialismo e ad un cinismo spesso immotivato, ci portano a considerare gli insegnamenti di queste filosofie di vita come delle banalità, belle parole capaci di far presa solo su chi non ha personalità.
Beh, non è così, e questo libro riesce dove molti, forse, hanno fallito. Rendere chiaro e non ecumenico il messaggio, spiegando con un linguaggio molto semplice concetti complessi, come la vita, la coscienza, la morte, l’aldilà.
L’autore, Marcello Di Muzio, non vuole ergersi su un piedistallo, non ha tutte le risposte, e non vuole apparire come un santone (un rischio che si può facilmente correre in questi ambiti), ma accompagnare il lettore in un percorso strutturato in tanti step, tutti collegati da un filo sottile: l’Io.
L’Io e la coscienza: un percorso di evoluzione
Il libro inizia con un concetto tanto banale quanto potente:
La prima verità che ogni insegnamento spirituale, nel suo svolgersi, vuole mettere in evidenza è di non identificare noi stessi solamente con il nostro corpo fisico.
L’autore, Marcello Di Muzio, però, non si limita a usare frasi ad effetto di sicuro impatto, come quella che ho appena riportato, ma scende nel dettaglio.
Spiega, ad esempio, che l’uomo è un essere multidimensionale, composto da un corpo fisico, un corpo eterico, un corpo astrale e un corpo mentale, presenti già al momento della nascita, che costituiscono quello che chiamiamo l’Io.
Oltre la gabbia del corpo, c’è la coscienza, alla quale è dedicata buona parte del libro, in un percorso che tenta di spiegarne l’essenza e la ricerca che conduce ad essa.
Scopo della vita, infatti, come ci spiega Di Muzio, è “l’evoluzione della coscienza”.
Conoscere se stessi: superare il proprio egoismo.
“Conoscere se stessi significa, in definitiva, arrivare a conoscere i propri limiti”
Anche se, per spiegare questo concetto, l’autore utilizza un esempio che non mi ha convinta – perché sembra voler giustificare la ricerca della mediocrità nella vita – l’idea secondo la quale per conoscersi davvero è necessario capire fin dove ci si può spingere è molto interessante.
Si tratta, come ci tiene a sottolineare, di un percorso lungo una vita intera, complesso, a volte doloroso, ma necessario.
L’Io: l’egoismo che reprime la coscienza
Per far emergere la coscienza, bisogna mettere da parte l’Io.
Un concetto molto criptico, difficile da metabolizzare, perché accettare l’idea che il nostro egoismo sia tale da reprimere la coscienza è un po’ un azzardo.
Secondo l’autore, Marcello Di Muzio, però, l’Io è un concentrato di egoismo, che va messo da parte per consentire alla coscienza di manifestarsi.
Solo in questo modo possiamo compiere delle azioni realmente altruistiche, e proseguire nella ricerca di noi stessi.
Azioni e intenzioni: non siamo ciò che facciamo
Unito al concetto del “conosci te stesso” c’è quello delle intenzioni, che mi ha molto incuriosita.
Nel libro si può leggere, infatti, che le intenzioni sono più importanti delle azioni, e sono le prime a definire chi siamo, non le seconde.
Se fai beneficienza solo per vanità, per poter raccontare agli altri che bella persona sei, il gesto non vale l’intenzione, e invece di risultare altruista verrai considerato un egoista.
Mi piace molto questo modo di vedere la vita, mi ha subito fatto pensare a quelle anziane donne bigotte che vanno in chiesa tutte le domeniche a battersi in petto, per poi giudicare tutto e tutti e comportarsi in modo ignobile con il prossimo.
Il Karma: non solo azioni, ma intenzioni

Proseguendo poi nella lettura si arriva finalmente a parlare di Karma, un concetto a me molto caro e al quale, devo ammetterlo, credo da tempo.
Devo, però, ringraziare l’autore del libro per aver portato la mia conoscenza del karma ad un livello più sofisticato.
Ho sempre pensato, infatti, che il karma non fosse altro che un principio di causa/effetto. In poche parole, se ti comporti male prima o poi il dolore che hai causato agli altri tornerà a colpirti con eguale intensità.
Non avevo mai pensato, però, alla dimensione dell’intenzione.
Ricollegandoci a quanto detto prima, quindi, non conta solo l’azione, ma l’intenzione che sottende l’azione.
Quindi, se fai una buona azione ma con le intenzioni sbagliate, il karma non ti premierà per la buona azione, ma ti colpirà per le cattive intenzioni.
Insomma, non c’è scampo.
Conclusioni
Mentre la prima parte del libro si concentra sui concetti che ti ho elencato, la seconda – denominata “Il Cosmo” – tende a mischiare spiritualità, psicologia, filosofia e scienza, diventando (per me) meno avvincente.
Ammetto che alcune teorie scientifiche alternative e la parte dedicata all’elettromagnetismo mi hanno fatto ricordare alcune puntate ai limiti dell’assurdo della serie Lost.
Ciò nonostante, ti consiglio la lettura, perché alla fine ti lascia appagata.
Certo, come ho premesso prima, per apprezzarlo devi liberare la mente e accettare idee e concetti magari distanti dalla tua cultura o dal tuo modo di pensare.
Ma se gli dai una possibilità, ti renderai conto che, pur nella sua aura mistica, riesce ad essere molto concreto.
Mi fermo qui, altrimenti ti spoilero tutto il libro.
Buona lettura.
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