
Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski di Roberto Alfatti Appetiti
A vent’anni dalla sua morte, Charles Bukowski è ormai uno degli scrittori più citati sui social network. Ma sono certa che molti usano le sue citazioni sapendo ben poco di lui.
Lo incontrai per caso nel mio percorso letterario, circa 6 anni fa, leggendo Panino al prosciutto, e ne rimasi subito colpita dalla libertà di espressione e dalla sfacciataggine con la quale descriveva esperienze e rapporti.
Ecco di cosa parlo nel post
Charles Bukowski: libertà e provocazione
La sua scrittura era libera da regole sociali o di qualsivoglia etichetta stilistica. Era definito uno scapolo antisociale e solitario, totalmente libero.
Raramente tenne delle letture pubbliche di poesia, in cui si comportava da pazzo, e alle feste a cui prendeva parte era provocatorio e scandaloso.
Dopo la sua morte a causa della leucemia (sepolto negli Stati Uniti) sono stati pubblicati molti dei suoi scritti che non hanno trovato riscontro tra i critici accademici, ma non era certo quello il pubblico che interessava a Bukowski.
Molte delle sue opere furono pubblicate postume proprio per suo volere, per poter giocare con la morte.
“Tutti dicono che sono un bastardo”, una biografia tutta da leggere
Dal suo primo libro capitato nelle mie mani, li ho poi letti quasi tutti, perché mi affascinava, perché tentavo di capirne l’essenza e quindi, era scontato che non mi lasciassi sfuggire “Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski” di Roberto Alfatti Appetiti, edito da Bietti Edizioni, presentato anche a La Feltrinelli di Pescara.

Buk era uno scrittore autobiografico (o quasi), quindi mi incuriosiva cosa avrei mai potuto scoprire di nuovo in una biografia.
Ecco, la differenza la fa il biografo.
Un ritratto vero e appassionante del “vecchio porco”
Roberto Alfatti Appetiti, giornalista e saggista, riesce a descrivere un personaggio molto amato, contestato e per nulla facile da raccontare con una passione, un’intensità di scrittura e aneddoti poco conosciuti, che riescono a coinvolgerti e a tenerti legato fino all’ultima pagina.
Grazie alla lettura di questo libro si può imparare a conoscere con meno superficialità un Bukowski, il cui unico vero credo era la scrittura.
Alfatti ne ricostruisce appassionatamente l’infanzia, il rapporto burrascoso col padre, i legami con le donne, i fallimenti, i successi e soprattutto, ne dettaglia i riferimenti culturali.
Se ti interessasse davvero sbirciare nell’anima di Bukowski, questa biografia è un testo che ti darà tanti chiarimenti e spunti di riflessione.
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