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Ludovico Einaudi In a Time Lapse

Ludovico Einaudi: In a Time Lapse, l’emozionante album del 2013

Posted on 13 Febbraio 201328 Luglio 2018 by Sara Daniele

“Quando diventi cosciente che il nostro tempo ha un limite, è il momento in cui cerchi di riempire quello spazio vuoto con tutta la tua energia e ricominci a vivere ogni istante della tua vita in modo pieno come quando eri bambino”.
Ludovico Einaudi

Ludovico Einaudi, a tre anni dalle sperimentazioni intriganti di Nightbook, torna con un nuovo meraviglioso album che porta il titolo inglese di “In a Time Lapse” – il cui significato è definito da lui stesso come “in un arco di tempo”.

L’attesissimo album è uscito il 22 gennaio 2013, dopo un anno di lavoro e di intensa ispirazione, un anno durante il quale abbiamo anche potuto assaporare e gustare a non finire la splendida ‘Divenire’, brano datato 2006 del pianista e compositore italiano.

Ricorderai senza difficoltà le suggestive note associate allo spot dedicato alle mamme, al loro ruolo nella crescita dei campioni e allo spirito olimpico, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012.

Una pubblicità resa commovente e profondamente emozionante specie dalla splendida colonna sonora di fondo.

Ecco di cosa parlo nel post

  • Ludovico Einaudi: l’intento musicale di In a Time Lapse
  • In a Time Lapse: 14 emozionanti tracce
  • Ludovico Einaudi: Experience
  • In a Time Lapse: i collaboratori dell’album

Ludovico Einaudi: l’intento musicale di In a Time Lapse

Registrato nel monastero di Villa S.Fermo a Lonigo, tra Verona e Vicenza, “In a Time Lapse” è un lavoro che sembra fondere due aspetti della produzione di Ludovico Einaudi:

  1. l’apertura verso il nuovo – concettualmente e strumentalmente;
  2. il richiamo per una musicalità più tradizionalmente emozionante, romantica, travolgente e, perfino, epica talvolta.

In questo lavoro tutto si fonde, l’elettronica abbraccia gli archi, le percussioni percuotono letteralmente le note più soavi, e l’umile, costante, emozionante tocco del pianista dà sempre un solitario avvio.

Come quei tocchi fossero i primi passi di una creatura destinata a farsi grandiosa!

I brani sembrano tutti così diversi l’uno dall’altro per intento musicale e poi tutti così simili l’un l’altro, parte di un cammino, perfettamente incorniciati in un progetto.

Vie liquide che si diramano da una stessa grande sorgente e rami che si aprono dal tronco di un solido albero.

Il musicista che non ama le etichette e che è aperto verso ogni contaminazione, afferrando l’importanza e le potenzialità del nuovo panorama sonoro, ci regala un altro sogno.

Quante volte, osservando un quadro surrealista, cerchiamo un titolo, una spiegazione che ci informi circa le vere intenzioni dell’artista, che ci riveli la verità e l’oggettività del messaggio, che ci liberi del dubbio, che ci dia conferma.

Ludovico Einaudi potrebbe non dare un nome, un titolo, una spiegazione alle sue composizioni perché queste si spiegano e dispiegano con innata profondità e naturalezza, da sole.

In a Time Lapse: 14 emozionanti tracce

Ludovico Einaudi In a Time Lapse

La cifra stilistica del compositore pervade le 14 tracce contenute nell’album, la sua sensibilità per la vita, per il suo divenire e il suo muoversi, è percepibile in ogni piccolo accenno musicale.

Allora “Burning“, in chiusura d’album, è un fluire melodioso: parte lentamente col pianoforte per poi esprimersi in tutto il suo potere di coinvolgimento grazie agli archi, che si insinuano sulla melodia base e sembrano incoraggiarla e sospingerla verso un’elevazione emotiva.

E “Walk” è davvero un camminare per strada, un camminare ovunque, un camminare con la testa avvolta nei pensieri, un camminare da e verso qualcosa, attraverso qualcos’altro.

Un po’ assente e a tratti commovente, introdotta da un suono antico eppure contemporaneo, tocchi di kalimba come gocce, come passi leggeri.

Ludovico Einaudi: Experience

E poi c’è una traccia che a mio giudizio è un innegabile capolavoro musicale: “Experience“.

Purtroppo non sono in grado le parole di tradurre le immediate emozioni che una musica sa trasmettere.

Posso solo dire che ha una comunicazione profonda ed intima, così individuale e universale al contempo, libera e personale, a tratti maestosa:

  • la delicata ma ritmicamente precisa partenza col pianoforte;
  • gli archi e in particolare, dopo circa un minuto di ascolto, si aggiunge un insistente suono basso e sinuoso, che incalza ed incalza, arricchito poco dopo da un ritmo ancora più definito;
  • le percussioni che battono e scandiscono il tempo, che accompagnano la vita, le nostre esperienze, gli affanni, i ricordi, le passioni, i silenzi, le fughe, le soddisfazioni.

Tutto arriva, tutto penetra, tutto converge e tutto porta comunque da qualche parte.

Sul finire il virtuosismo strumentale si carica di passione e forza, un tuffo, la vita.

La pienezza della vita.

Epico, travolgente, coinvolgente, trascinante.

Con questo album Ludovico Einaudi porta a compimento o almeno a uno stadio successivo il percorso che aveva già intrapreso con Divenire e con Nightbook.

Si avventura in uno bosco musicale ancora più profondo attraverso creazioni sonore e arrangiamenti ricchi di contaminazioni e linguaggi lontani, dove c’è spazio per l’antico e per il nuovo, per il classico e il contemporaneo, per il personale e per l’universale.

Tante stelle lontane decorano il suo cielo perfettamente coerente in se stesso, una sublime costellazione, e la figura fatta ci appare alla fine perfettamente evidente.

Al centro il pianoforte del maestro, punto focale e d’equilibrio, e tutt’attorno una magia di suoni differenti, di effetti diversi.

La cornice e l’individuale, un ordine preciso, un viaggio, una storia.

L’ascoltatore ne resta catturato, non può evitare di lasciarsi inondare da riflessioni e sensazioni  sul tempo, sulla vita.

In a Time Lapse: i collaboratori dell’album

Ludovico Einaudi In a Time Lapse

È giusto ricordare che di enorme talento sono i musicisti che hanno collaborato alla creazione del disco:

  •  il gruppo di musicisti che accompagna abitualmente Einaudi: tra cui il violoncellista Marco Decimo e il violinista e tamburellista salentino Mauro Durante;
  • l’orchestra I Virtuosi Italiani;
  • i percussionisti dell’Auditorium Parco della Musica di Roma;
  • il grandissimo violinista inglese Daniel Hope, ospite in quattro brani, il quale, come ha recentemente dichiarato Einaudi in un’esclusiva intervista per La Repubblica, suona uno strumento particolarmente avvincente nella resa sonora e con un virtuosismo certamente distinguibile durante l’ascolto.

Quando uscì l’album, Ludovico Einaudi andò in tour dal primo febbraio e diverse furono le tappe italiane che toccò, in alcuni tra i più suggestivi teatri italiani, per poi spostarsi all’estero.

Ho avuto la fortuna di poter assistere all’esibizione al Teatro Carlo Felice di Genova, il 6 Febbraio, e consiglio a chiunque, se dovesse capitare, di non lasciarsi scappare l’occasione di immergersi nell’atmosfera suggestiva del live.

Dal vivo, infatti, l’esperienza d’ascolto già di per sé emozionante, diventa imperdibile.

Per il contesto teatrale, per il sovraccarico emotivo, per gli effetti di luce e un po’ perché veder suonare un’orchestra è come vedere danzare la musica.

In a Time Lapse è un album da comprendere a fondo, immergendosi nell’osservazione della genesi del suono, vederlo innalzarsi da un movimento preciso, da uno strumento, da un metodo e da un’emozione.

In a Time Lapse: ascolto dell’album

A cura di
Amina Gaia Abdelouahab

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Sara Daniele

Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.

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