E così eccomi ritornata alla scrittura di articoli ed interviste per passione, senza schemi prefissati da seguire…solo un pc, delle mail, i social networks dove scovo giovani emergenti che riescono a realizzare i propri sogni e tanta passione.
Questo fine settimana intervisterò le autrici di “Comiche in cassa”…cos’è? Un libro esilarante e divertente…ma ora volete sapere troppo…dovrete attendere ancora qualche giorno ^^
Nel frattempo vi propongo l’articolo che ho scritto questa settimana… Avete mai sentito parlare di Coach Esistenziale??? Il nome sembra riporti a professionisti del mestiere, come analisti, psicologi o terapeuti…in realtà ognuno di noi può avere un Coach nella sua esistenza, senza neanche saperlo…qualcuno da cui si rifugia, cercando appoggio, consigli o perchè no strigliate costruttive per capire dove si sta sbagliando…
Beh se ne volete sapere di più:
“Nella vita a volte ci sono momenti di sconforto, nei quali potremmo incrociare sul nostro cammino una persona che può darci un aiuto. Non un professionista, uno psicologo o un prete, bensì una persona normalissima, che diventa assolutamente speciale per noi.
Oscar Wilde affermava che “lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, ovvero la perfetta realizzazione della nostra natura”; il coach esistenziale è colui che ha le capacità di consigliare, ascoltare, consolare e guidare verso la scelta migliore. Può essere chiunque dall’insegnante, ad un genitore, un collega, un amico o addirittura qualcuno conosciuto per caso.
Naturalmente deve avere doti ben precise e un’intelligenza emotiva capace di cogliere anche il non-detto. La qualità più importante è sicuramente l’empatia, cioè la capacità di sentire le emozioni dell’altro, ma sempre controllata da una visione lucida e razionale della realtà. Deve essere in grado di essere schietto e sincero anche quando la verità potrebbe far male.
Il coach non ci è assegnato da nessuno, lo scegliamo noi e lui ci accoglie. È un rapporto completamente libero da compromessi, fondato sull’ascolto e sull’accoglienza.
Per essere certi di aver scelto bene ci basterà osservare l’effetto che la vicinanza o la lontananza del coach provoca in noi. Se la sua presenza ci rasserena e soprattutto ci aiuta ad abbassare il livello di stress, allora vuol dire che il rapporto funziona.
Un detto buddista dice che “quando l’allievo è pronto allora arriva il maestro”, questo vuol dire che il coach deve rispondere, incarnare e riempire quell’aspetto di cui l’allievo si sente privo in quel momento: sicurezza, equilibrio, carisma o altro.
Il coach diventa indispensabile soprattutto nei momenti di cambiamento o transizione, guidando l’altro verso una consapevolezza di se stesso, della sua identità e delle risorse che ha da sfruttare.
Di solito quando il compito è finito e la persona ha acquistato fiducia e basi sulle quali costruire la propria personalità, il rapporto si allenta, ma resta comunque un legame costruttivo, aperto al confronto e libero da pregiudizi.”
Grazie di cuore perchè siete voi, con la vostra presenza e i vostri commenti che mi date la grinta per continuare 😉
NON ANDARE VIA, C'È ANCORA MOLTO DA LEGGERE
Sara Daniele, copywriter, blogger, travel marketer. Laureata in Lingue e Letterature Straniere. Napoletana di origine e di indole, ho vissuto per due mesi a Londra e una parte del mio cuore è rimasta lì. Mi sento cittadina del mondo, ma l’odore del caffè mi riporta sempre a casa. Ho trovato la mia dimensione nel blogging e nei social media, perché uniscono le tre cose che più mi piacciono: le parole, le connessioni umane e la comunicazione.